1.4 Differenza tra bullismo e cyberbullismo
Seppur parliamo di due fenomeni lesivi che vanno a ledere il benessere di altre persone, tra il bullismo e il cyberbullismo esistono molteplici e sostanziali differenze. In genere, nel bullismo gli attori sono ben definiti e sono rappresentati dal givane che commette atti di bullismo, dai gregari, dal target e dagli spettatori. Spesso le azioni prevaricatrici si sviluppano tra persone della stessa scuola o della stessa compagnia, tra soggetti che si conoscono tra loro. Gli episodi, infatti, si verificano spesso in classe, a scuola, nei gruppi sportivi e avvengono in tempi precisi: nella pausa di ricreazione, nel tragitto da casa a scuola, negli spogliatoi del centro sportivo. In tale fenomeno, è evidente il bisogno del bullo di rendersi “visibile”, di essere al centro dell’attenzione: il livello di disinibizione del “bullo”, in questi casi, dipende spesso anche dalla dinamica di gruppo. Il bullo attua gli atti di aggressione, senza curarsi delle conseguenze delle sue azioni a danno della “vittima”. Nel cyberbullismo invece possono essere coinvolte persone di tutto il mondo anche non conosciute. Il materiale può essere diffuso in tutto il mondo e circolare in qualunque orario in rete, rimanendo sui siti anche per lungo. In tale fenomeno esiste un alto livello di disinibizione del cyberbullo: egli infatti attua delle cose che nella vita reale sarebbero più contenute, forse anche perché il suo potere è maggiormente accresciuto dall'invisibilità e dal fatto che egli non può vedere concretamente gli effetti delle sue azioni. Uno studio effettuato da alcuni studiosi ha evidenziato il fatto che chi è stato vittima di bullismo offline spesso si è rivelato poi aggressore on-line, invertendo il ruolo nei due contesti, forse spinto dall’anonimato e dal desiderio di vendetta (Ybarra e Mitchell, 2004). Un’altra inversione di ruoli, ma nella direzione opposta, viene riportata invece da un diverso studio che evidenzia come i target di bullismo elettronico sono, con maggiore probabilità, bulli nel contesto tradizionale (Raskauskas e Stoltz, 2008)
No Comments