3.4.5 L'operatore amico
Il modello dell’operatore amico prevede l’attivazione nella classe di un piccolo gruppo di compagni coinvolti attivamente nel dare supporto e sostegno agli altri, con compiti che spaziano da attività pratiche di tipo organizzativo ad interventi quali il sostegno emotivo, l’ascolto attivo e la consulenza.
Nello specifico i compiti di tale figura sono:
1. organizzare giochi o altre attività per i compagni più soli durante le pause dell’attività didattica
2. aiutare i compagni con maggiori difficoltà di rendimento a studiare o a fare i compiti
3. essere disponibili ad aiutare e ad ascoltare coloro che hanno un problema
4. stare vicino ai compagni rifiutati, isolati o attaccati da altri
5. essere vicini emotivamente ai compagni che vivono un momento particolare o difficile della loro vita.
Fasi per la realizzazione dell’intervento
Intervento preliminare nella classe
Questa prima fase serve a preparare il terreno per il progetto sia all’interno della classe nei confronti delle altre classi, degli insegnanti e dei genitori. Occorre attivare in classe percorsi di approfondimento a partire da stimoli culturali o di attualità.
Può essere utile pubblicizzare l’esperienza con la scelta di un logo e di uno slogan per il progetto, in modo da favorire la visibilità nei confronti della scuola.
Attività preparatorie per la selezione degli operatori
La seconda fase prevede la selezione dei ragazzi che andranno a svolgere il compito di op.am. I ragazzi sono invitati a designare coloro che presentano caratteristiche di disponibilità, altruismo, fiducia, ascolto e capacità di mediazione. Per orientare i ragazzi nella scelta sono previste delle attività preliminari: Circolo d’aiuto, Condividere, Stabilire una relazione d’aiuto. La scelta definitiva degli operatori sarà fatta in modo bilanciato tra i risultati delle indicazione della classe, le autocandidature dei ragazzi stessi, la valutazione degli insegnanti.
Il training comunicativo-relazionale per gli operatori
I ragazzi selezionati (in genere in un numero di 3-4) partecipano ad un training condotto dal supervisore per almeno 5-8 ore, possibilmente concentrate in una o al massimo due giornate e al di fuori dell’edificio scolastico.
Gli obiettivi che il training si propone di raggiungere sono:
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Sviluppare le capacità di ascolto
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Assumere una posizione corretta per comunicare disponibilità e attenzione
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Favorire la comunicazione in chi chiede aiuto, utilizzando domande aperte
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Comprendere le emozioni e i segnali non verbali dell’altro
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Utilizzare un approccio del tipo problem-solving per aiutare il compagno in difficoltà.
L’intervento nella classe
L’inizio dell’attività degli operatori è un momento molto delicato: è quindi importante un momento in cui gli operatori stessi comunicano le esperienze vissute durante il training e progettano insieme ai compagni un programma di intervento per la classe, sottolineando che gli operatori hanno un ruolo speciale, ma sono al servizio degli altri e del gruppo-classe. Nel caso s’individuano delle esigenze specifiche per alcuni ragazzi, è importante che l’insegnante incontri individualmente gli alunni destinatari, in modo da confermare il loro consenso. Durante la fase d’intervento gli operatori-amici hanno come referente il supervisore, il cui compito è quello di offrire occasioni di riflessione e di orientarli di fronte a situazioni difficili, ma anche a definire i limiti delle loro attività.
Il passaggio delle consegne
Il progetto ha una struttura piramidale e prevede un coinvolgimento sempre più massiccio di alunni. E’ opportuno, quindi far ruotare gli alunni con compiti di operatore-amico fino a coinvolgere l’intera classe.